via Carrezzioi, 4 30031 Dolo Venezia Italia
Lunedì – Venerdì: 8:30-18:30 / Sabato: 8:30-12:00 solo su appuntamento / Domenica Chiuso
L’utilizzo dell’amianto nel corso della storia

Grazie alle sue particolari proprietà di resistenza agli agenti corrosivi e di resistenza al calore, l’amianto è stato ampiamente utilizzato fin dall’antichità.

I Persiani e i Romani impiegavano manufatti in amianto come manti funebri: Plinio il Vecchio (23-79 d. C.) nella sua Naturalis Historia scrive della consuetudine dell’epoca di confezionare manti funebri in amianto per i re. Un altro utilizzo citato da Plinio il Vecchio ha invece a che fare con le proprietà fonoassorbenti dell’amianto, già note all’epoca: prima di tagliare un albero gli antichi usavano porre intorno al tronco un panno di amianto per attutire il rumore provocato dalla sua caduta.

Sembra che nell’antichità l’amianto provenisse perlopiù da Cipro, dalla Grecia e dalle Alpi italiane. I giacimenti di amianto degli Urali furono scoperti nel XVII secolo, mentre i giacimenti di Crisotilo del Quebec, in Canada, vennero alla luce solo nel 1877. Proprio a quell’epoca risale la nascita dell’industria della lavorazione delle fibre di amianto, che vide un rapido sviluppo. Per arrivare alla produzione del cemento-amianto si dovette però attendere il 1893, anno in cui ne venne iniziata la fabbricazione da parte di una cartiera austriaca dismessa. Da allora la diffusione del prodotto fu inarrestabile e portò, nel 1912, alla costruzione della prima macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto ad opera di un ingegnere italiano.

La massiccia diffusione dell’amianto nell’industria e nell’edilizia si deve a tre eventi storici che vennero molto reclamizzati. Il primo avvenne nel 1903: dopo un incendio che aveva provocato la morte di 83 persone, i materiali infiammabili presenti nella Metropolitana di Parigi vennero sostituiti con manufatti contenenti amianto, che vennero utilizzati anche nei freni delle carrozze. Un’analoga sostituzione venne effettuata nella Metropolitana di Londra e poi nel 1932 in occasione della coibentazione del transatlantico Queen Mary. La risonanza data a questi eventi favorì un’eccessiva confidenza con l’amianto, che venne ben presto utilizzato in larga scala nelle scuole, negli ospedali, nelle palestre, nei cinema e in molti settori industriali (produzione di guarnizioni, di prodotti di frizione, di cartoni, di filtri per sostanze corrosive). L’amianto venne utilizzato perfino nel settore tessile, per la produzione di tessuti ignifughi o resistenti alla corrosione degli acidi.

In Italia fu a cavallo delle due guerre mondiali che l’amianto cominciò ad imporsi con forza nell’edilizia e nei manufatti di uso quotidiano: veniva utilizzato non solo nella costruzione delle abitazioni ma anche per usi impropri non legati alle proprietà chimico-fisiche dell’amianto, ad esempio per costruire giocattoli o filtri per il vino, oppure ancora per sbiancare il riso attraverso il talco. Nella seconda metà degli anni ’50 si cominciarono a coibentare con l’amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con il sughero. In Italia le tipologie di amianto più utilizzate sono state il crisotilo, la crocidolite e l’amosite. Il 75% della produzione di amianto era destinata alla fabbricazione del fibrocemento mentre il restante 25% era destinato in maniera quasi esclusiva alla fabbricazione di materiali di frizione.

Nel nostro Paese il settore nel quale c’è stato il maggior impiego di amianto è stato quello dell’edilizia, che nel periodo compreso tra il 1965 e il 1983 ha fatto largo uso del cemento-amianto (eternit). Fra i più comuni utilizzi dell’amianto nell’edilizia vanno ricordate le coperture in cemento-amianto; i controsoffitti e le coibentazioni dei sottotetti; cassoni, serbatoi e tubazioni per l’acqua; camini, canne fumarie, tubazioni di scarico di fumi di combustione; pannelli divisori; pavimentazioni in vinil-amianto (meglio conosciuto come linoleum); caldaie, stufe, forni e coibentazione di tubi per il riscaldamento.
Nell’industria, invece, l’amianto è stato ampiamente utilizzato nella costruzione di pannelli e di coperture in eternit; nella fabbricazione di tubi coibentati, serbatoi, reattori e refrigeratori; negli impianti elettrici e in quelli termici; nella costruzione di alcune componenti di macchine e di macchinari e nelle guarnizioni.

Perché l’amianto fosse messo al bando si dovette attendere la legge n. 257 del 1992, che vietò l’estrazione, la produzione, l’importazione e la commercializzazione di amianto e di prodotti contenenti amianto. La stessa legge regolamentò anche le procedure da mettere in atto per le attività di bonifica da amianto.

Vuoi saperne di più sulla metodologia e le fasi da seguire per effettuare una bonifica da amianto e da eternit in totale sicurezza e nel rispetto delle disposizioni di legge? Visita la nostra pagina dedicata all’argomento e contattaci direttamente dal nostro sito web per ulteriori informazioni.

Share This Article
scanferla-demolizioni
Previous post
Demolizioni civili e industriali
Next post
Pacchetto rifiuti: le proposte del Parlamento europeo verso un’economia circolare
pacchetto-rifiuti

Leave A Reply